Come affilata tormenta ha scoperto, scavando fondamenta le dolorose bende ed insieme alle ingombranti fronde strappate da nervosi venti a terra scheggiandosi lo senti il mio coraggio caduto Io il tuo, tu il mio angeli sopraffatti dalla notte scivolano copiose irrigando di calore solcano la pelle come frusta le uniche luci del mondo quando tutto il resto mi disgusta Ma rimane ancorata l’essenza chirale della nostra natura quando mi avvolgi nel letto tepore che scioglie ogni nuvola scura tepore che leviga il mio petto con note di profumata dolcezza mi cura.