Zircone, emblema di noi, noi come luce un raggio che il diadema incorona sui suoi piani e scuce insieme ad ogni nostro affanno Non voglio più divorare i tuoi incantesimi sono piume di corvo, un soffocante peso di labbra, che costretto mordo sentenza gocciolante su un amante arreso Non ti accorgi ma s’ammala anche chi sopporta e tace, un cuore forte che si spegne come fiocchi di tiepida brace Preferisco, lo giuro un’altra spaventosa attesa sul binario, un assopito, quotidiano peso di pagine masticate dalle mie ansie Strazio che avevo rimosso una piaga che schiude se mi slaccio di dosso il tuo tenero abbraccio o il tuo pianto scosso, o le preghiere che Amore, lo giuro, non posso più ascoltare.