Cielo tinto d’emorragia serale irradia i piani insaponati, mentre scivolano i sapori tra i miei polsi bagnati insieme alle certezze stanco delle atlantiche umide carezze Per misurare lastricati spazi hai stremato tra i palazzi consumando la tua fibra, così lontane le esistenze anche se puoi sentire dalle loro stanze l’aria, che dai corpi caldi vibra e i dubbi crescono come velenose infiorescenze, tarli che si saziano con sogni di viaggi e conoscenze Riuscirai a mentirti domani, al momento del bilancio? o ti sentirai come ora tra le mani hai bucce d’arancio?