Frecce di giada scoccate dal morbido abbraccio di queste architetture, intagliate nel sospiro arido veloci nervature, voi che vestite il crepuscolo alle mie finestre Se vi lanciate delicati, come levrieri alati a risalire il vento, io guardandovi mi sento parte del miraggio perché sposate il nostro, esotico retaggio al fascino invecchiato di questi mattoni bruni Figli di un altro mondo così diversi dal bigio comune manto stinto non siete nuvolo grigio ma frutta e nidificate tra gli aghi di pino
Author Notes
La presenza di pappagalli, prefettamente adattati a vivere a Roma, è una novità bizzarra.
Nonostante rappresentino l’ennesima prova dello squilibrio che l’uomo introduce in natura, mi sento personalmente legato ai parrocchetti romani.
Le mie origini sudamericane risvegliano in me un’empatia per questi animali straordinariamente coriacei e colorati che la fauna autoctona semplicemente non riesce a capire.