Ascolto il parco lavarsi le mani, coi suoi grandi palmi tersi, dalla foglia larga accarezzare il vento, se non lo sentissi non ci crederei ma qualcosa, dentro a quelle chiome, scorre Il lavandino perde, prende il ritmo delle mie giornate scandisce anche quando sono in strada il mio passare, inosservato sotto vette verde rame, i tetti di Edimburgo Cosa ti rimane Alla fine del giorno? cosa svetta sulla punta dell’ultima mia rima? la volontà dei grandi! qui, si è trasformata in pietra contro l’abrasione degli anni si mantiene in forma viva ruvida anzi, è essa stessa a scolpire i secoli e di questa volontà la terra è impressa, negli archi e nei cortili la sento scricchiolare nelle costruzioni e ravvivare i suoi giardini, un verde tributo alle virtù come un velo umido che protegge e ispira chi cammina sotto questo spicchio di cielo grigio.
Author Notes
Ho scritto questa poesia in Scozia, Edimburgo è una città alla quale devo moltissimo.
L’architettura ed il paesaggio urbano sono stati plasmati dalle grandi menti, letterati e scienziati che nel XIX secolo fecero grande questo paese, come Stevenson, Maxwell o Doyle.
Questo retaggio si sente per le strade e colpisce i visitatori lasciando una strana sensazione.
Sembra che il fascino di questa città in qualche modo nutra e al contempo si alimenti di chi la vive.