Non è il fondo se raggiunto con un tocco l’abisso che sondo è duro schianto contrapposto ad un riposo fisso che tanto immobile silenzia un incurante, spaventoso sogno di mia assenza, un dolciastro sorso onirico, spartito tra spettri che oso sfiorare nelle ore rarefatte di quell’inferno umido. Hai umiliato un dono di sposi, separato, ciò che per te d’amore si sigilla saldato nel calore del ventre che ti ha modellato come argilla … così ti lascio adagiato in un socchiuso, riposo confuso