Chiudi le porte, incatena il battito d’ali guardalo in pezzi smembrato da corte di diavoli assisi che in festa infesta chi veniva a trovarti in punta di labbra Morbida setola per accanirmi sulla linea sottile, sottilissima difetto sempiterno che non correggo, anzi innesto e cresce dolce, dolcissimo nespolo sul quale, ammetterlo è duro, Pendo. Eccessi stemperati come il dorso di conchiglia accucciata sulla sabbia prega l’onda che si asciuga che modelli la sua schiena come fosse la Medina un viaggio? capirti, quello sì che mi porterà lontano dietro allo sbocciare dei tuoi giochi arpeggia il buio di frontiera attraverso il quale mi avvicino, provo a sfogliare delicati, i tuoi timori sono come fiori secchi chiudo il palmo della mano ed è già soffiata altrove la Vanessa!