Sei qui ma mi manchi, bambina canuta che perdi di strofa al mattino e il passo ti sfuma di sera vorrei starti vicino raccogliere i resti fetali che vedo sprecarsi ultimo spicchio di madre gettato agli avanzi, un brodo esausto che ribolle al bussare degli anni Adesso che succede? Provo a spiegare: Bianco e opaco fragile lento e salato, sei la foglia secca che si sente arrotolare e vive spaventata l’abbreviarsi di orizzonte ma è per starti affianco per ripiegarti comoda, lascialo addomesticare per non avere più paura regala a noi quell’impotenza di vederti in un tremore di stoppino che resiste contro il tempo incerto col respiro
Author Notes
L’inverno è la metafora per eccellenza della vecchiaia.
L’augurio più grande che può accompagnare una persona all’avanzare degli anni è quello di accettare serenamente “l’abbreviarsi dei suoi orizzonti” lasciando ai propri cari la preoccupazione di assisterla nel suo lento ma inesorabile declino.